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La poetica del tutt’uno di Franco Campegiani (Critico d’Arte)

Direi simbolistiche, molto più che impressionistiche, le ascendenze dell’arte di Stefania Camilleri, vivace acquarellista cresciuta alla scuola del maestro Vladimir Khasiev. Collocabile pertanto nel versante introversivo dell’arte contemporanea, questa pittura è allineata con le tendenze nuovo-figurative dei tempi attuali, tese a radiografare il mondo oggettivo, catturando le trame spiazzanti del reale.

Corallo

 

Acquerello su carta di Stefania Camilleri – cm.24×24 – 2006

Quello della Camilleri è un navigare placido in acque dove il tempo scorre lento e forse non passa mai.

Qui si raccolgono conchiglie e nautili che parlano di un’antica età ritrovata. Di un’eternità dove tutto muta restando sostanzialmente immutato.

Ed anche gli arcaismi abbondano, in queste tele, con echi preistorici, ellenistici, pompeiani. Non certo per amore di ciò che è sepolto, polverizzato, mummificato, ma al contrario, per amore di ciò che non muore, o che muore vivendo. Giacché più si logora e più brilla, la vita. Più si consuma e più dà il meglio di sé. Più si nega e più si afferma all’infinito.

(Franco Campegiani)