FMM-584B (2025) Tecnica mista su legno. Ø 28 cm.
Dedicato a un cuore errante nel respiro del cosmo
È gassoso: abita la soglia tra l’invisibile e l’inafferrabile.
Si colora di riflessi cangianti, come un pensiero d’infanzia che riemerge.
Lo abbiamo chiamato FMM-584b, ma non c’è catalogo che lo contenga: vive in una dimensione di affetti lontani, di figli erranti, di messaggi lanciati nel vuoto…
Ma qualche segnale arriva, potente, segnale inconfondibile per chi ne riconosce la frequenza.
È un frammento d’amore sospeso tra universi sconosciuti.

FMM-584b è un nome immaginario, ma rappresenta un’intera classe di mondi reali e affascinanti: i pianeti gassosi extrasolari. Corpi composti principalmente da gas come idrogeno ed elio, spesso privi di superficie solida, caratterizzati da colori cangianti, dinamiche atmosferiche estreme e misteriose bande nuvolose.\
Nel nostro universo, molti di questi pianeti sono stati scoperti grazie alla missione Kepler, che ha rilevato migliaia di esopianeti, alcuni potenzialmente abitabili, altri così distanti e instabili da sembrare irreali. Alcuni — come FMM-584b — non orbitano attorno a una stella: sono pianeti nomadi, che si sono avventurati fuori dal loro sistema e viaggiano solitari nell’oscurità cosmica.
L’opera evoca anche un’altra suggestione scientifica: quella dei segnali deboli, provenienti da sorgenti ignote e registrabili solo da strumenti finemente sintonizzati.
Proprio come certe frequenze affettive: impercettibili al mondo, ma inconfondibili per chi ne è in risonanza.
FMM-584b diventa così il simbolo di quei mondi ancora non catalogati, ma reali per chi li percepisce. E di quei legami invisibili che, come gravità affettiva, attraversano lo spazio e il tempo.