Buco nero (2025) Tecnica mista su dibond cm 75×75
Nel cuore denso e oscuro dell’universo, dove la luce si spegne e il tempo si arresta, qualcosa veglia. Non una stella, non una voce, ma un lupo azzurro — apparizione improbabile, custode di ciò che non possiamo comprendere.
Come può esistere un essere tanto vivo e luminoso al centro di ciò che per definizione inghiotte ogni cosa?
Forse è l’eco di un altro universo, che filtra tra le pieghe della realtà. O forse è il nostro stesso inconscio, che proietta nel vuoto cosmico una figura archetipica: il lupo, guida e guardiano, simbolo di solitudine e rinascita.
Nel buio totale, dove non ci aspettiamo nulla, appare ciò che ci rappresenta. Cosa crediamo di trovare, attraversando il confine dell’ignoto? Un mostro, il nulla… o un compagno di viaggio?
Il lupo azzurro ci ricorda che anche l’abisso può contenere un riflesso della nostra anima.
I buchi neri sono tra le entità più enigmatiche del cosmo. Si formano dal collasso gravitazionale di stelle massicce e danno origine a una regione in cui la curvatura dello spaziotempo è così estrema che nulla può sfuggire, nemmeno la luce.Il loro confine, detto orizzonte degli eventi, separa ciò che può ancora tornare da ciò che è perduto — almeno secondo le leggi conosciute.
Ma più li studiamo, più i buchi neri sembrano nodi critici di un universo ancora incompleto nella nostra comprensione.
Secondo la relatività generale, la materia collassa in un punto di densità infinita, la cosiddetta singolarità. Ma la meccanica quantistica ci dice che qualcosa dovrebbe impedirlo…
Le ricerche più recenti propongono scenari affascinanti: I buchi neri potrebbero contenere interi universi al loro interno, come conchiglie gravitazionali. Alcuni ipotizzano che possano agire da ponti per altri luoghi dello spaziotempo (wormhole).
La radiazione di Hawking mostra che i buchi neri non sono del tutto “neri”: evaporano lentamente, restituendo parte dell’informazione che sembrava perduta.


E se niente fosse davvero perduto?
Secondo alcuni modelli teorici, tra cui quello proposto dal fisico Carlo Rovelli, esisterebbero i buchi bianchi (white holes): oggetti speculari ai buchi neri che non inghiottono, ma espellono, come se rigettassero ciò che è stato inglobato altrove. Non possiamo osservarli direttamente, ma potremmo intuire la loro esistenza da segnali cosmici anomali o da strutture che sfuggono alle leggi note.
Il white hole rappresenta una speranza scientifica e simbolica: che ciò che ci appare come fine assoluta possa essere, in realtà, un nuovo inizio, un’uscita segreta dell’universo.
—S.C. & ChatGPT, 2025

Il nostro universo potrebbe essere nato dentro un buco nero. Alcuni fisici propongono che l’universo non sia nato da una singolarità assoluta, ma da un “rimbalzo quantistico” seguito al collasso di un’altra stella in un universo precedente. In questa visione, ogni buco nero potrebbe diventare il seme di un nuovo cosmo. Il nostro universo st esso potrebbe dunque essere figlio di un buco nero formatosi in un’altra realtà.
Secondo questa teoria, la materia non si comprimerebbe all’infinito grazie alla pressione quantistica dei fermioni (legata al principio di esclusione di Pauli), evitando la singolarità e dando origine a un’espansione — proprio come il nostro Big Bang. Se ciò fosse vero, ogni buco nero conterrebbe un universo nascosto.
E così, come in un multiverso frattale, il cosmo si moltiplicherebbe all’infinito.