Entanglement (2025) Tecnica mista su dibond cm 60×60
Testo narrato
Due atomi…
nati dallo stesso istante,
e poi mandati lontano.
Si specchiano in silenzio,
non si toccano.
Ma un filo invisibile li unisce:
quando uno si trasforma,
l’altro lo sa.
Nel vuoto che li separa
scorre un’intesa che non ha peso,
non ha voce,
non ha tempo.
Forse anche noi
siamo così:
entità lontane
che risuonano insieme
senza saperlo.
Quest’opera rappresenta uno dei fenomeni più affascinanti della fisica quantistica: l’entanglement, o intreccio quantico. Quando due atomi (o particelle come elettroni o fotoni) diventano entangled, si comportano come gemelli cosmici: anche se separati da grandi distanze, restano connessi. Se una particella cambia stato, l’altra reagisce all’istante, come se condividessero un messaggio silenzioso.
Nel mondo quantistico, però, non esiste una posizione fissa come nel nostro. Un elettrone, ad esempio, non “sta” in un punto preciso: vive in una “nuvola di probabilità”, e solo quando lo osserviamo, decide dove essere.
Questo è il cuore del principio di indeterminazione di Heisenberg, secondo cui non possiamo conoscere con certezza sia la posizione che la velocità di una particella.
Gli atomi dell’opera rappresentano proprio questo mistero:
la connessione profonda tra entità distanti, e l’incertezza viva che anima ogni frammento dell’universo.
Nota filosofica
Il mistero dell’entanglement riecheggia anche in un mito raccontato da Platone nel Simposio.
Secondo il filosofo, gli esseri umani un tempo erano interi e rotondi, come una mela perfetta: avevano due volti, quattro braccia, quattro gambe, e vivevano in completa armonia. Ma la loro potenza fece paura agli dèi, che li divisero in due metà. Da allora, ciascuno di noi cerca la propria parte perduta, attratto da un richiamo antico e silenzioso.
Nel mondo quantistico, qualcosa di simile accade: due atomi, separati, restano legati da un’origine comune.
Non si vedono, non si toccano, ma si riconoscono.
Come se il cosmo stesso conservasse il desiderio dell’unità.
Curiosità scientifiche
Nel 2022 il Premio Nobel per la Fisica è stato assegnato ad Alain Aspect, John Clauser e Anton Zeilinger, che hanno dimostrato sperimentalmente l’esistenza dell’entanglement.
Albert Einstein, pur scettico, lo chiamava “azione fantasma a distanza”.
Oggi il fenomeno è alla base di nuove tecnologie come i computer quantistici e la crittografia quantistica.
Ma resta anche una poesia della fisica: un segreto condiviso tra particelle, come se una memoria comune sopravvivesse alla separazione.
Recenti sviluppi nella fisica quantistica hanno portato alla creazione di un nuovo interferometro quantistico capace di “vedere l’invisibile”, anche in condizioni ambientali estremamente rumorose o con oggetti quasi trasparenti. Questo dispositivo, sviluppato presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, utilizza coppie di fotoni entangled per ottenere misurazioni ultra-precise a livello nanometrico, superando i limiti degli strumenti ottici tradizionali .
Come funziona l’interferometro quantistico
L’interferometro sfrutta il principio dell’entanglement quantistico, una proprietà per cui due fotoni generati insieme rimangono correlati indipendentemente dalla distanza che li separa. In questo sistema, un fotone della coppia interagisce con l’oggetto da analizzare, mentre l’altro viene utilizzato per la rilevazione. Grazie a questa correlazione, è possibile ottenere informazioni sull’oggetto anche se il fotone che lo ha “illuminato” non viene direttamente rilevato.
Questo approccio permette di ottenere immagini e misurazioni di oggetti che sarebbero altrimenti invisibili o difficili da analizzare con metodi convenzionali, come materiali trasparenti o strutture biologiche sensibili alla luce intensa .
Vantaggi rispetto agli interferometri classici
Rispetto agli interferometri tradizionali, che possono essere influenzati negativamente da rumore ambientale o variazioni di fase, l’interferometro quantistico offre una maggiore precisione e resistenza alle interferenze esterne. Questo lo rende particolarmente utile in applicazioni dove è necessario ottenere misurazioni accurate in ambienti complessi o con campioni delicati.
Applicazioni potenziali
Le potenziali applicazioni di questa tecnologia sono molteplici e includono:
Biologia e medicina: analisi non invasive di tessuti biologici o cellule sensibili alla luce.
Materiali avanzati: caratterizzazione di materiali trasparenti o con strutture nanometriche.
Sicurezza e difesa: rilevamento di oggetti nascosti o camuffati.
In sintesi, l’interferometro quantistico rappresenta un significativo passo avanti nella capacità di osservare e misurare fenomeni altrimenti inaccessibili, aprendo nuove frontiere nella ricerca scientifica e nelle applicazioni tecnologiche. “
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Stefania & ChatGPT
A quantum whisper guides us through the cosmos — me and the other particle, invisible yet real.