Una cometa… presa per la coda  (2025) Tecnica mista su dibond  cm 120×40

Testo narrato

Una Cometa presa per la coda

 “Vidi una scia nel cielo, e non era un sogno.” (da un antico testo assiro)

Afferrare una cometa è come tentare di trattenere un’eco con le mani.

Creatura di luce e silenzio, taglia il buio con un sussurro dorato. È fatta di tempo antico, di polveri di pianeti mai nati, di ghiaccio che non ha mai toccato fuoco. Una viandante che non si lascia trattenere, ma che per un attimo, si è  voltata.Come una sirena celeste che accetta lo sguardo, poi scompare. C’è qualcosa di sacro e selvaggio nelle comete. Annunciano cambiamenti, ribaltano destini. Una volta erano temute, ora sono studiate. Ma il mistero non si è sciolto.

E questa, tra tutte, ha lasciato il suo passaggio inciso sulla pelle dell’universo —una scia d’oro nel blu cosmico.

A volte il cielo si rompe. E da quella fessura, irrompe una cometa. Non chiede permesso. Non resta. Brucia il buio con una coda luminosa e attraversa il tempo come un messaggio cifrato. Abbiamo provato ad afferrarla, e forse per un istante, ci siamo riusciti. 

Una cometa presa per la coda: ecco l’illusione, il sogno, il desiderio primordiale di trattenere qualcosa che per sua natura sfugge. Nel cuore dell’opera si avvolge un vortice dorato — come una danza congelata nel vuoto — circondato da azzurri profondi e bagliori stellari. Non è solo un corpo celeste: è un’epifania.

Un’apparizione che attraversa i millenni, legata ai miti, alle paure, alle rinascite.

La cometa non torna mai uguale.

Ma ogni volta ci guarda, e per un istante, siamo noi a sentirci antichi.

Le comete

sono residui della formazione del Sistema Solare: frammenti di ghiaccio, roccia e polveri che orbitano il Sole su traiettorie spesso lunghissime e ellittiche. Quando si avvicinano alla nostra stella, sublimano, liberando una scia luminosa che può estendersi per milioni di chilometri.

Alcune comete sono diventate celebri nella storia e nell’immaginario collettivo:
Cometa di Halley: la più famosa. Appare ogni 76 anni circa. È stata osservata e registrata da civiltà antiche, da Babilonesi, Cinesi, fino a Giotto che la dipinse nel suo affresco della Natività. Tornerà nel 2061.
Cometa di Hale-Bopp (1997): visibile a occhio nudo per ben 18 mesi, ha lasciato una profonda traccia nella cultura pop e nella scienza.
Cometa ISON (2013): fu definita la “cometa del secolo” ma si disintegrò avvicinandosi al Sole. Una meteora nel vero senso del mito.
Cometa Shoemaker-Levy 9: nel 1994 colpì Giove a pezzi, dando una dimostrazione spettacolare e scientificamente storica dell’impatto cosmico.
Cometa NEOWISE (2020): inaspettata, luminosa, ci ha sorpreso nel cuore della pandemia, quasi a ricordarci che il cielo continua.

E poi c’è lei, la più misteriosa: la Cometa di Betlemme

Non ha un nome ufficiale, ma da secoli si cerca di identificarla. Alcuni pensano fosse una supernova, altri una congiunzione planetaria (Giove e Saturno nel 7 a.C.), altri ancora una vera cometa. C’è chi propone proprio la Cometa di Halley, che passò nel 12 a.C.

Ma forse non importa sapere cosa fosse. La sua luce guida resta viva nel simbolo.