Planet waste (2025) (Detriti di un sogno terrestre – tecnica mista con materiali di recupero) Ø 100 cm.
Il pianeta che non doveva esistere
È nato dagli scarti.
Da ciò che resta dopo la creazione.
Dai bordi spezzati, dalle colature non volute, dai pezzetti colorati che nessuno avrebbe reclamato.
Un pianeta fatto di avanzi. Ma bellissimo.
È un mondo che danza tra l’assurdo e l’incanto: montagne di zucchero, laghi blu e oro, strati come castelli di sabbia impazziti, esplosioni di coriandoli congelati nel vuoto.
Eppure… non è solo un gioco.
È il nostro cestino cosmico, il nostro specchio di plastica. Un promemoria galattico che ci sussurra:
> “Non cercate un’altra Terra finché non siete capaci di rispettare questa.”
Qui, i residui brillano. Gli errori diventano paesaggio. I materiali rifiutati si riscattano. La povertà diventa ricchezza.
Perché non c’è nulla da salvare in questo mondo.
È lui che forse, alla fine, salverà noi.

È il risultato visivo di anni di lavorazione artistica, in cui ogni frammento escluso — resina multicolore, pigmento avanzato, colature non previste — è stato conservato per il suo valore estetico e simbolico.
Quest’opera mette in discussione il nostro rapporto con la materia, con la produzione e con la bellezza.
È un’isola galleggiante nel cosmo dell’arte — non così diversa, forse, dalla vera Great Pacific Garbage Patch: l’enorme accumulo di rifiuti nel Pacifico. Ma mentre quella isola ci accusa, Planet Waste ci redime.
Qui lo scarto diventa sogno, il brutto si fa bello, e lo spreco si trasforma in racconto.
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Scheda planetaria (archivio dell’Osservatorio delle Galassie Abbandonate)
Nome: Planet Waste
Classificazione: G.A.R.B. — Galassia di Avanzi Riconvertiti in Bellezza
Origine: Terraterra, Sistema Solare, Via Lattea
Composizione:
– 73% resine superstiti e pigmenti ribelli
– 18% sogni residui
– 5% schegge di memoria
– 4% errori magnifici
Atmosfera: Luccicante, mutevole, tossica solo per gli insensibili
Campo gravitazionale: Attira solo gli occhi che sanno ancora meravigliarsi
Note antropologiche:
Fu colonizzato da un’artista terrestre come estremo tentativo di salvare la bellezza prima dell’estinzione del buonsenso. Da allora, emette una luce intermittente visibile solo a chi ha conservato il diritto di sognare con le mani sporche di colore.