Terra (2025) Tecnica mista su dibond  cm 120×40

Testo narrato

Una scena commovente…

Un’opera che si inserisce con discrezione e intensità nel dialogo tra stelle, pianeti e mondi lontani.
“Terra” offre una visuale insolita ma profondamente evocativa: come uno sguardo laterale, improvviso, su un frammento del nostro pianeta osservato da lontano.

Le forme e i colori suggeriscono movimento atmosferico, materia viva, maree invisibili, e il tutto vibra in equilibrio tra astrazione e riconoscibilità.

Quasi fosse una finestra aperta nello spazio, l’opera richiama le parole di chi ha avuto il privilegio di osservare la Terra da fuori:

 «Dallo spazio, la Terra non ha confini. È un’unità fragile e bellissima che ci lega tutti.» (Yuri Gagarin)

Oppure, come disse Ron Garan, astronauta della NASA:

«La Terra vista dallo spazio è una scena commovente. Non si può tornare indietro senza averla nel cuore.»
 
 
 
In un universo fatto di ipotesi e di ignoto, questo sguardo speciale ci riporta a ciò che conosciamo e amiamo —

la casa condivisa da ogni essere vivente, unica, pulsante, sospesa nel buio.
Terra
Questa opera suggerisce una visione obliqua del nostro pianeta, come potrebbe apparire a un osservatore orbitante.
È una visione parziale, ma eloquente: una porzione viva della Terra, con i suoi riflessi d’acqua, le sue nubi in movimento, i colori che mutano sotto la luce.
Dal primo volo oltre l’atmosfera ai sofisticati satelliti di oggi, l’umanità ha progressivamente imparato a guardarsi da fuori.

Alcune tappe fondamentali di questo sguardo straordinario:
1957 – Sputnik 1: il primo satellite artificiale lanciato dall’URSS segna l’inizio dell’era spaziale.
1961 – Yuri Gagarin: primo uomo nello spazio. Vide la Terra da lassù e disse:
«La Terra è blu. Che meraviglia!»
1968 – Apollo 8: la prima missione a orbitare intorno alla Luna ci regala l’iconica foto “Earthrise”: la Terra che sorge oltre l’orizzonte lunare.
1972 – Blue Marble: gli astronauti dell’Apollo 17 scattano la più celebre immagine dell’intero globo terrestre. Diventerà simbolo dell’ecologia e della coscienza planetaria.
1990 – Voyager 1: ormai lontana dal Sistema Solare, la sonda si volta indietro e fotografa la Terra come un “pallido punto blu” (Pale Blue Dot), immortalata in una frase di Carl Sagan diventata leggenda.
2000–oggi – Osservazione continua: satelliti come Landsat, Sentinel, Gaia, Copernicus e molti altri ci offrono ogni giorno dati e immagini della Terra, fondamentali per la scienza, la tutela ambientale, la previsione climatica.
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“TERRA” è un omaggio silenzioso ma potente a queste imprese, e a chi le ha rese possibili.
È uno sguardo sulla nostra casa da lontano, ma anche un invito a proteggerla da vicino.
Nel contesto della mostra, è l’unico corpo celeste abitato — il luogo da cui tutto parte, e dove tutto, per ora, ritorna.