Increspature spaziotemporali (2025) Tecnica mista su dibond. cm 120×60
…brividi dell’universo…
Non è acqua, non è cielo: è il tempo stesso che si piega, vibra e respira.
Un frammento visivo del silenzioso movimento dell’universo.
Piccole onde, invisibili agli occhi, che attraversano l’universo ogni volta che un evento cosmico scuote il tempo e lo spazio.
Margherita Hack ne parlava come di brividi dell’universo, nati da collisioni di stelle, buchi neri o esplosioni lontane.
Qui, il blu profondo accoglie il movimento silenzioso del cosmo, come una superficie d’acqua toccata da un respiro antico.
Onde che ci permettono di ascoltare il cosmo
L’opera si ispira al concetto di increspature nello spazio-tempo, previsto dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein. Secondo questa teoria, massa ed energia deformano lo spazio-tempo, proprio come un sasso crea onde su uno specchio d’acqua.
Queste onde gravitazionali sono state osservate per la prima volta nel 2015, cento anni dopo la loro previsione. Viaggiano alla velocità della luce e portano con sé tracce di eventi cosmici estremi: fusioni di buchi neri, stelle di neutroni, esplosioni primordiali.
Il blu profondo dell’opera richiama la densità del tempo, la sua plasticità. Le forme, liquide e vibranti, alludono alla danza silenziosa dell’universo, visibile solo attraverso strumenti sofisticati… o l’intuizione artistica.
Anche Margherita Hack, la grande astrofisica italiana a cui è dedicata questa mostra, parlava delle onde gravitazionali come di «increspature nello spazio-tempo che si propagano alla velocità della luce».
Ne spiegava con passione il significato, paragonandole alle onde elettromagnetiche, e ricordando l’importanza dell’osservatorio VIRGO in Italia per la loro rivelazione.
Con il suo stile limpido, Hack sottolineava come queste onde ci permettano di ascoltare il cosmo, e aprano una nuova finestra sull’universo.