Marte – cuore di ferro (2025) Tecnica mista polvere di ferro, cristallo metallico e resina Ø 18 cm – senza supporto
Un pianeta silenzioso, inciso dal tempo e dalla polvere. Questo Marte non è un’immagine, è un evento. Una reliquia galattica che sembra fluttuare nello spazio, ferita e bellissima. Nessun supporto, solo materia sospesa, come un corpo celeste.
La superficie, modellata dalla reazione tra polvere di ferro e resina, è ruvida, crostosa, piena di crepe e stratificazioni: è un paesaggio senza tempo, consumato da silenzi siderali e tempeste invisibili. Ma è anche un deserto che trattiene la memoria, un’antica nostalgia di acqua e vita.
Dal suo cuore arso si innalza un cristallo metallico. Non un monolite, ma una forma cresciuta da sola, come fa la pirite nei suoi noduli segreti. È un pensiero di ferro cristallizzato, una lancia verticale in un mondo orizzontale, una cattedrale che resiste, un sogno che si è solidificato.
Il quarto pianeta del Sistema Solare
viene spesso chiamato “pianeta rosso” per la presenza di ossido di ferro sulla sua superficie. È un mondo freddo, arido e battuto da tempeste di polvere. Tuttavia, presenta formazioni geologiche che rivelano un passato dinamico: canyon, letti fluviali asciutti, calotte polari ghiacciate e possibili tracce di acqua salmastra.
Il cristallo metallico che emerge dalla superficie può essere letto come un simbolo della struttura interna del pianeta: ferro e nichel solidificati, presenti anche nel nucleo marziano. O, più liberamente, come la resistenza della materia che cerca la forma, anche in ambienti ostili.

La polvere di ferro usata per quest’opera proviene da una vecchia lavorazione artigianale in una bottega di fabbro.